Inps, calo delle nuove pensioni: cosa sta succedendo?

Nel primo semestre del 2023, l’INPS ha registrato una diminuzione del 16,6% delle nuove pensioni con decorrenza rispetto al 2022. Le pensioni anticipate e quelle con l’opzione donna sono state particolarmente colpite dalle nuove restrizioni introdotte, con una significativa riduzione delle concessioni.

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Nel primo semestre del 2023, l’INPS ha registrato una significativa diminuzione delle nuove pensioni con decorrenza nello stesso periodo rispetto all’anno precedente.

Le tabelle dell’Osservatorio INPS sui flussi di pensionamento rivelano una contrazione del 16,6% rispetto al primo semestre del 2022. Questa riduzione ha interessato diverse categorie di pensionati, inclusi coloro che hanno ottenuto pensioni anticipate tramite “quota 100” e “quota 102”, nonché le donne che hanno optato per l’opzione donna.

Inps: calo delle nuove pensioni

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Nel primo semestre del 2023, l’INPS ha concesso un totale di 370.136 nuove pensioni con decorrenza in quel periodo. Questo numero rappresenta una riduzione significativa del 16,6% rispetto al primo semestre del 2022, quando erano state erogate 444.118 pensioni. Tale diminuzione potrebbe essere indicativa di un cambiamento nel quadro previdenziale e delle politiche di pensionamento.

Diminuzione delle pensioni anticipate

Le pensioni anticipate concesse tramite il meccanismo di “quota 100” (che è stato implementato nel 2021, ma alcune pensioni hanno avuto decorrenza nei primi mesi del 2022) e di “quota 102” hanno subito un significativo decremento. Nel primo semestre del 2023, il numero di nuove pensioni anticipate concesse ai dipendenti pubblici è sceso a 42.955 rispetto alle 63.630 del primo semestre del 2022, registrando una contrazione del 36,01%. Per i dipendenti privati, il calo è stato del 21,1%, passando da 71.987 pensioni nel primo semestre del 2022 a 56.801 nel primo semestre del 2023. Questa tendenza potrebbe essere il risultato di riforme previdenziali e misure per l’incentivazione del ritiro posticipato.

Opzione Donna

A partire dal 2023, le nuove pensioni concesse tramite l’opzione donna hanno subito una considerevole riduzione a causa dell’introduzione di requisiti più restrittivi per l’accesso a questa modalità pensionistica. L’opzione donna consente alle donne di lasciare il lavoro in anticipo, ma solo se hanno maturato almeno 35 anni di contributi e sono disposte a ricalcolare l’importo della pensione utilizzando il metodo contributivo.

Secondo il monitoraggio Inps sui flussi di pensionamento, nel primo semestre del 2023, solo 7.536 pensioni sono state concesse tramite l’opzione donna, rispetto alle 24.559 pensioni concesse nell’intero anno 2022. Questa marcata diminuzione è il risultato dei nuovi criteri di accesso che richiedono alle donne di aver compiuto 60 anni (con riduzioni per ogni figlio fino a un massimo di due anni) e di trovarsi in una situazione di difficoltà, come essere care giver o avere una riduzione della capacità lavorativa del 74% o essere state licenziate.

Importo medio Opzione donna

Dai dati emerge che la grande maggioranza delle donne che hanno beneficiato dell’opzione donna (4.120) riceve una pensione inferiore a 1.000 euro al mese. Questo indica una situazione di fragilità economica per molte di queste pensionate, le quali hanno scelto questa opzione per lasciare il lavoro in anticipo per motivi di salute o assistenza familiare. La combinazione tra il calo delle nuove pensioni e l’importo medio relativamente basso potrebbe avere impatti significativi sulla stabilità finanziaria delle donne in pensione.