Regionali Lazio e Lombardia: crollo delle affluenze?

Domani e dopodomani avranno luogo le elezioni regionali in due delle principali regioni italiane. Sono milioni gli elettori chiamati a votare in Lazio e Lombardia, ma stando alle statistiche le affluenze ai seggi potrebbero essere deludenti.

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Per scegliere i nuovi presidenti di Regione e del Consiglio regionale di due delle principali regioni italiane (Lazio e Lombardia), domani i cittadini sono chiamati ai seggi. Gli elettori potranno andare alle urne domani, domenica 12 febbraio e dopodomani, lunedì 13 febbraio, così da votare a suffragio diretto per scegliere tra molti candidati che corrono alla conquista dei 131 seggi nei Consigli.

I candidati in Lazio sono in tutto sei, ovvero: Alessio D’Amato (centrosinistra e Terzo Polo), Francesco Rocca (centrodestra), Donatella Bianchi (M5s e altre liste di sinistra), Rosa Rinaldi (Unione popolare), Sonia Pecorilli (Partito Comunista Italiano), Fabrizio Pignalberi (Quarto Polo-Insieme per il Lazio). In Lombardia invece, si sfideranno 4 candidati: l’uscente Attilio Fontana (centrodestra), Pierfrancesco Majorino (centrosinistra e M5s), Letizia Moratti (Terzo Polo), Mara Ghidorzi (Unione Popolare).

Il rinnovamento delle amministrazioni in Lazio e in Lombardia avviene dopo l’ultima tornata elettorale del 4 marzo 2018; riprendendo le statistiche riguardo all’affluenza alle urne di cinque anni fa e stando alle recenti elezioni, gli elettori sono diminuiti sempre di più, motivo per cui si prevede un’affluenza ancora minore per le vicine regionali.

Regionali: pochi voteranno?

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Durante le ultime regionali, ricorda ANSA, in Lombardia – dove si votava in un solo giorno – gli elettori furono circa il 73,1%; un’affluenza minore rispetto alle regionali del 2013, che avevano invece fatto registrare un’affluenza 76,74%. Sempre nel 2018 per le regionali in Lazio andarono al voto il 66,55% degli elettori, mentre nelle precedenti regionali l’affluenza era stata del 71,96%.

Di anno in anno gli aventi diritto al voto sembrano dunque sempre meno convinti di scegliere i propri rappresentanti; una tendenza che si è palesata anche durante lo scorso settembre, in occasione delle ultime politiche, in cui è stato registrato un crollo significativo: circa 9 punti, nonché il livello più basso mai registrato. Basti pensare che se al Senato per le precedenti politiche (marzo 2018) andarono circa il 73% degli elettori, nel 2022 sono stati registrati circa il 63,90 degli elettori, e per quanto riguarda la Camera, nel 2018 votarono il 72,94% degli aventi diritto, contro il recente 63,91%.