Lo scontro tra Meloni e Schlein alla Camera

Durante il question time che ha avuto luogo alla Camera è nato un acceso dibattito tra la segretaria del PD Elly Schlein, convinta dell’importanza di introdurre il salario minimo e la premier Giorgia Meloni, per la quale il salario minimo non è la soluzione appropriata.

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Un dibattito acceso quello avvenuto tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del PD Elly Schelin nell’aula della Camera, durante il question time di ieri.

Per Elly Schlein è di fondamentale importanza l’introduzione del salario minimo, visti i palesi problemi che esistono in Italia con la precarietà e il salario minimo:

C’è un dramma di questo Paese di cui non vi sentiamo parlare mai: la precarietà e il lavoro povero. Abbiamo presentato una proposta per il salario minimo così come le altre opposizione, ma le avete bocciate. Approviamo subito un salario minimo e un congedo parentale di sei mesi, noi ci siamo.

Ha detto la Schlein che ha subito ricevuto la risposta della presidente del Consiglio, la quale ha voluto chiarire come interesse del Governo sia migliorare la situazione lavorativa nel Paese, ma che comunque nel momento presente non è il salario minimo la soluzione.

Giorgia Meloni risponde a Schelin, la quale attacca FDI

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Per Giorgia Meloni che ci sia un problema con il lavoro in Italia è una verità, ma ciò non vuol dire la soluzione sia l’introduzione del salario minimo e anzi, la premier attribuisce responsabilità per le attuali difficoltà a chi ha governato precedentemente lasciando, a parer suo, una situazione difficile da gestire:

L’obiettivo che il governo si è posto è quello di aumentare i salari, e di garantire pensioni dignitose adeguate al lavoro svolto. Il governo non è convinto che la soluzione sia quella di un salario minimo legale […]. Fronteggiare il fenomeno del lavoro povero è una delle priorità del governo. Come fanno notare gli interroganti, la Schlein ed altri, l’italia è l’unico paese Ocse in cui dal ’90 al 2020 il salario è diminuito mentre nel resto dell’occidente cresceva. E il Pd fa rilevare anche con una sincerità che gli fa onore che negli anni passati la quota di prodotto interno lordo che è stata destinata a salari e stipendi è stata ridotta più che negli altri Stati. È vero, c’è un problema: chi ha governato sino ad ora ha reso più poveri gli italiani e noi dobbiamo invertire la rotta.

Ha detto la premier dopo l’attacco della Schlein durante il question time alla Camera, dove presenta era anche il leader del M5S Giuseppe Conte. Giorgia Meloni ha poi chiarito:

Pur nelle risorse limitate a disposizione, abbiamo dato segnali come il rinnovo del taglio di due punti del cuneo fiscale e retributivo e l’aggiunta di un ulteriore punto per i redditi più bassi. Sono primi passi verso l’obiettivo di aumentare i salari dei lavoratori garantendo retribuzioni dignitose.

Ma la Schlein non è stata soddisfatta delle risposte della premier, e ha detto rivolgendosi a Giorgia Meloni:

Signora presidente, le sue risposte non ci soddisfano, innanzitutto perchè vorrei ricordare che il Pd ha provato nella scorsa legislatura ad arrivare il salario minimo ma lei è i suoi alleati che le siedono accanto avete votato contro. Le ricordo che ora sono io all’opposizione e lei al governo e non è più tempo di prendersela con gli altri. Non si nasconda dietro un dito. Se fosse bastata la contrattazione collettiva quei tre milioni di lavoratori poveri non li avremmo. Lei sa bene che di quei contratti solo pochi sono firmati da organizzazioni più rappresentative. È in carica da soli cinque mesi ma state già andando in direzione opposta è sbagliata.

La segreteria non ha perso occasione di mettere i evidenza alcune priorità del partito della premier, che per la Schlein distolgono l’attenzione da altri temi e rischiano di limitare i diritti:

Siete una destra che è ossessionata dall’immigrazione ma non vedete l’emigrazione di tanti giovani che i salari bassi e la precarietà costringono a costruirsi un futuro altrove. Avete quasi cancellato Opzione donna. Queste sono le risposte, perchè le vostre priorità sono altre: i rave, i condoni, la guerra alle Ong e da ieri colpire i figli e le figlie delle famiglie omogenitoriali che hanno gli stessi diritti di tutti i bambini e bambine che fanno parte della nostra comunità.