INPS “attaccato” dal Governo? La denuncia di Tridico

A Otto e mezzo su La7, l’uscente presidente dell’INPS Pasquale Tridico ha commentato il recente decreto-legge approvato dal Governo Meloni, definendolo un vero e proprio atto “contro” l’Istituto.

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A chiamare l’attuale presidente dell’INPS – il quale presto verrà sostituito – per intervenire su una questione molto delicata emersa negli ultimi giorni è stata la giornalista Lillo Gruber.

Durante il programma d’attualità condotto dalla Gruber sono emersi dettagli sul commissariamento dell’INPS e le opinioni del presidente uscente a riguardo, il quale ha commentato il fatto come “grave”, per più motivi.

L’intervista a Tridico: “Un attacco contro l’INPS”

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Perché mi hanno cacciato dall’Inps? Bisognerebbe chiederlo ad altri. Ma quello del governo Meloni non è tanto un attacco nei miei confronti. È un attacco verso una grande istituzione che tra l’altro ha una legge speciale che garantisce la sua autonomia e la sua indipendenza, la legge 88/89.

Così si è espresso Pasquale Tridico riguardo il nuovo decreto-legge appena approvato dal governo Meloni che “ridisegna” INPS e INAIL. Ha continuato Tridico, ospite della Gruber:

È un attacco contro l’Inps perché commissaria addirittura il direttore generale. Quando sono arrivato nel 2019, c’era un altro direttore generale che era stato nominato dal mio predecessore e che scadeva nel 2022. È appunto rimasto fino alla sua scadenza naturale del 2022. Il direttore generale dell’Inps non è a nomina politica. E invece in questo caso si fa decadere politicamente con un decreto. Non so se si comprende davvero la gravità di quest’azione nei confronti di un ente che, con quel decreto del governo Meloni, vede anche la sua tecnostruttura subire l’arroganza politica. È un attacco contro una istituzione che ha fatto tanto in questo periodo in mondo autonomo e indipendente a sostegno del paese. Ha assunto 12mila persone in 4 anni, contrariamente ad altre pubbliche amministrazioni e che ha aumentato la produttività riducendo i tempi di liquidazione. Insomma, è un atto scorretto.

Tridico ha poi spiegato nel dettaglio il suo punto di vista sulla questione, “denunciando”:

Il problema è utilizzare lo strumento del commissariamento, che è previsto per gli enti pubblici quando sorgono problemi di mafia o di gravi inefficienze o di cambiamento radicale di una governance. In questo caso, invece, è stato usato il commissariamento per anticipare le scadenze degli organi. È un atto scorretto, un atto che mina l’autonomia dell’Inps.

Ha detto il presidente uscente dell’INPS, per poi concludere:

La legge affida ai governi la possibilità di fare spoils system su alcune agenzie e su alcuni enti pubblici. Tra questi non c’è l’Inps. Il punto è molto semplice, altrimenti giustifichiamo cose che non sono giustificabili. Certo, la nomina del presidente dell’Inps è politica, ma a scadenza del predecessore e non con un fittizio commissariamento che prelude a fatti gravi. Quindi, lo spoils system esiste e in genere ci sono 90 giorni di tempo entro i quali il governo può nominare i presidenti di alcune agenzie o in alcuni istituti. Ma non esiste per l’Inps, che tra l’altro è posseduta per i due terzi del suo bilancio da aziende e sindacati. C’è, insomma, l’influenza di un potere politico nei confronti di un potere amministrativo, su cui anche in passato i giuristi hanno riflettuto realizzando che questo non è possibile. Fare ricorso? No, non è mia competenza, né mio interesse, anche se qui ci sono dei principi di legge che sono stati aggirati.