Caso Messina Denaro: diffusi i documenti riservati

20/07/2023

Politico e carabiniere arrestati: avevano tentato di vendere documenti riservati sulla cattura di Matteo Messina Denaro a Fabrizio Corona. Il fotografo ora è indagato per ricettazione, perquisita la sua casa milanese. Il Gip ritiene che ci sia l’intento di alimentare teorie complottistiche.

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Hanno tentato di vendere documenti segreti sulle indagini sulla cattura di Matteo Messina Denaro al fotografo Fabrizio Corona: un carabiniere e un politico di Mazara del Vallo sono stati arrestati e posti ai domiciliari.

Il militare coinvolto, Luigi Pirollo, è accusato di accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d’ufficio; il suo complice, Giorgio Randazzo, è invece accusato di ricettazione. L’indagine è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.

I carabinieri hanno perquisito la casa milanese di Fabrizio Corona, che è indagato per ricettazione nell’ambito dell’inchiesta riguardante il  carabiniere e il politico di Mazara del Vallo. Quest’ ultimi hanno cercato di vendere al fotografo e a un giornalista materiale riservato sulla cattura del boss Matteo Messina Denaro, ottenuto illegalmente dal sistema informatico dell’Arma.

L’indagine ha portato all’arresto del militare, Luigi Pirollo, e di un consigliere comunale di Mazara del Vallo, Giorgio Randazzo, che avrebbe contattato Corona per offrirgli lo scoop in cambio di denaro.

Le intercettazioni chiave di volta

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Le intercettazioni disposte a carico di Fabrizio Corona hanno fornito importanti input all’inchiesta. Dopo la cattura dell’ex latitante Matteo Messina Denaro, il fotografo è venuto in possesso di una serie di audio, di chat tra il boss e alcune pazienti che lui conosceva in clinica durante la sua chemioterapia. Durante quel periodo, ancora ricercato, Messina Denaro utilizzava l’identità del geometra Andrea Bonafede. Queste chat tra il boss e le pazienti sono state ritenute materiale riservato, ottenuto illegalmente dal sistema informatico dell’Arma, e hanno portato all’apertura dell’inchiesta e all’arresto del carabiniere Luigi Pirollo e del consigliere comunale Giorgio Randazzo, accusati di tentare di venderle a Fabrizio Corona in cambio di denaro.

Secondo quanto scritto dal gip nella misura cautelare, Fabrizio Corona aveva l’intento di alimentare teorie complottistiche riguardanti l’ex latitante Messina Denaro. Il fotografo cercava di vendere “falsi scoop” a siti di informazione in cambio di denaro. I file riservati sarebbero stati ottenuti grazie al maresciallo arrestato, che li avrebbe poi consegnati al consigliere comunale arrestato. Corona parlava di uno “scoop pazzesco” che avrebbe dovuto essere pagato, ma in realtà si trattava di uno scoop inesistente, mirato a creare falsi scenari riguardanti la cattura di Messina Denaro. L’operazione aveva quindi come obiettivo la diffusione di informazioni fuorvianti e non veritiere, con l’intento di influenzare l’opinione pubblica e diffondere teorie complottistiche riguardo al boss latitante.