Zelensky “persona dell’anno”: il presidente ucraino premiato dal Times

07/12/2022

Il Financial Times ha premiato il presidente ucraino Zelensky come “persona dell’anno”. Secondo quanto riportato dal quotidiano, Zelensky è diventato “un Churchill dell’era dei social”, grazie alla sua lotta per la resistenza nel conflitto russo-ucraino. Menzione speciale anche per la forza mostrata dalle donne iraniane.

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Zelensky è stato definito come la “persona dell’anno” dal Financial Times. Il presidente ucraino, 44 anni, è diventato un personaggio importante a livello mondiale dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino e, come sottolineato da uno dei quotidiani più importanti a livello internazionale, nonostante all’inizio non venisse preso nemmeno sul serio, poi è riuscito a farsi valere.

La sua lotta per la resistenza e per la libertà della popolazione Ucraina e diventata simbolica. Ecco perché il Financial Times lo ha “premiato” come persona dell’anno dato che si è “guadagnato un posto nella storia per la sua straordinaria leadership e forza d’animo”.

Il Times elogia Zelensky

Quella del Financial Times è stata una promozione in piena regola per l’operato di Zelensky, che è stato descritto come un “Churchill dell’era social”. Sarebbe stata proprio la sua attività costante e puntuale sui social a spingere i principali leader politici a sostenere i costi della guerra in Ucraina, difendendo la popolazione dagli attacchi russi.

Lo stesso presidente ucraino, in un’intervista rilasciata qualche tempo fa, aveva dichiarato di essere “più responsabile che coraggioso” e di agire per senso di responsabilità nei confronti del suo popolo, oltre che per paura di deludere le persone che credono in lui.

L’elogio del Financial Times sottolinea il buon operato di Zelensky in un momento in cui la guerra sembra essere ancora nel pieno e non accenna a placarsi, con nuovi bombardamenti, anche nelle ultime ore. Il quotidiano, poi, ha riconosciuto anche la grande forza mostrata dalle donne iraniane contro le restrizioni del governo e i soprusi contro la libertà d’espressione, definendole come “eroine dell’anno“.