Tumori: cura miracolosa con ultrasuoni, condannato all’ergastolo

20/01/2023

Nelle ultime ore è stata condannato ergastolo con isolamento diurno per la dottoressa di Tertenia, in Ogliastra, Alba Veronica Puddu, di 52 anni. Le accuse contro il medico sono pesantissime: la dottoressa sosteneva di curare il cancro usando degli ultrasuoni.

ALBA-VERONICA-PUDDU

La sentenza della Corte d’assise di Cagliari presieduta da Tiziana Marogna, contro la dottoressa di Tertenia, in Ogliastra, Alba Veronica Puddu, di 52 anni, è durissima: ergastolo con isolamento diurno. La dottoressa avrebbe curato pazienti affetti da tumore con terapie alternative come ultrasuoni, radiofrequenze e rivitalizzazioni del sangue.

Le operazioni della dottoressa avrebbero ridotto l’aspettativa di vita dei malati e accelerato la morte. Puddu è stata riconosciuta colpevole di omicidio volontario, circonvenzione di incapace e truffa dal verdetto di primo grado. L’avvocato Michele Zuddas, difensore insieme al collega Nicola Oggiano, sostiene:

La severità della condanna, che supera addirittura quella sollecitata dalla pm, ha colto tutti impreparati. A nostro avviso infatti non esiste una prova inconfutabile che avvalori l’accusa della morte di Fiorenzo Fiorini (l’unico dei tre pazienti per cui è rimasta in piedi la contestazione di omicidio volontario, ndr) a causa delle cure della dottoressa Puddu. Aspetteremo che vengano depositate le motivazioni che hanno portato alla condanna per ricorrere poi in appello.

Curava i tumori con ultrasuoni: condannata all’ergastolo

image

Gianfranco Sollai, che rappresenta la famiglia di Davide Spanu, una delle vittime, commenta:

La sentenza ha scosso anche noi della parte civile. Purtroppo questa donna si è resa responsabile con le sue cure di una condotta che ha portato i pazienti a esiti letali.

L’avvocato Zuddas sostiene manchino le prove di colpevolezza della dottoressa Puddu:

Manca la condotta dolosa e non vi è prova dell’elemento soggettivo dell’omicidio volontario per cui è stata chiesta la condanna.

Quando era presente in aula l’imputata si era difesa con dichiarazioni spontanee:

Non ho mai proibito né scoraggiato i miei pazienti a seguire le terapie tradizionali come radioterapia e chemioterapia. Tutto ciò che hanno fatto è stata una libera scelta di ciascuno.

L’indagine era partita dopo un’inchiesta della trasmissione “Le Iene” trasmessa il 19 novembre 2017 su Italia 1, poi a maggio 2018 il gip Francesco Alterio aveva vietato alla donna l’esercizio della professione medica, dopo essere stata sottoposta al procedimento disciplinare da parte dell’ordine dei medici di Nuoro.