Scontro tra toghe e politica: Santalucia risponde

08/07/2023

Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Giuseppe Santalucia risponde alle accuse trapelate da una fonte anonima di Palazzo Chigi: “Avremmo gradito una smentita e invece ieri abbiamo letto due note di fonti ministeriali che intervengono sugli stessi fatti”.

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Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), Giuseppe Santalucia, ha definito “pesantissima” l’accusa secondo cui parte della magistratura si schiera politicamente. Questo commento è giunto in risposta a voci provenienti da fonti anonime di Palazzo Chigi che hanno sollevato questa accusa.

Il chiarimento è stato fornito all’apertura dei lavori del Comitato direttivo centrale dell’ANM e si riferisce ai casi del ministro Daniela Santanché e del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Non sono stati forniti dettagli specifici su quali siano le voci o le accuse precise che hanno portato a questo commento del presidente dell’ANM.

Il presidente dell’ANM ha espresso la sua preoccupazione per questa accusa, affermando che colpisce “al cuore della magistratura“:

Un attacco pesantissimo e ancora più insidioso perché lasciato a fonti anonime di Palazzo Chigi. Avremmo gradito una smentita e invece ieri abbiamo letto due note di fonti ministeriali che intervengono sugli stessi fatti.

L’intervento del presidente dell’ANM

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Santalucia, ha affrontato anche il tema della separazione delle carriere e delle riforme costituzionali durante il suo intervento. Ha sottolineato che c’è il sospetto che tali riforme siano presentate “non perché si crede che siano necessarie per migliorare il sistema attuale, ma piuttosto come una misura di punizione nei confronti della magistratura”.

Questo commento suggerisce che vi è una preoccupazione tra i magistrati riguardo all’introduzione di riforme costituzionali, come per l’appunto la separazione delle carriere, che potrebbero influire negativamente sull’indipendenza e l’autonomia della magistratura.

Il magistrato, dunque, ha avanzato una richiesta e nello specifico quella di:

cambiare passo: non si può andare a una riforma costituzionale con questo passo, come risposta reattiva a un provvedimento fisiologico di un giudice che non piace perché colpisce qualcuno che è al governo.