Reddito di Cittadinanza: da cosa verrà sostituito?

24/04/2023

Il Reddito di Cittadinanza continua a far parlare gli addetti ai lavori: vista la fine prevista per il 31 Dicembre 2023, il governo sta lavorando per comprendere come sostituire la misura. Vediamo come verrà sostituita e quali saranno le novità.

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Il Reddito di Cittadinanza andrà in pensione alla fine di questo anno, ma il governo sta lavorando per cercare di sostituirlo al meglio ed evitare che milioni di persone rimangano al verde. Tra le ipotesi vi sono: la Garanzia per l’Inclusione (Gil), della Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal) e della Prestazione di Accompagnamento al Lavoro (Pal).

Garanzia dell’Inclusione: di cosa si tratta?

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Vediamo cos’è e come funziona la garanzia dell’inclusione. Potranno richiederla i nuclei familiari con almeno un componente che sia minorenne o over 60 o con disabilità o invalido civile. Il nucleo familiare non dovrà avere un reddito superiore ai 7.200 euro. Il beneficio arriva fino a 6mila euro l’anno, 500 euro al mese (aggiornato alla scala di equivalenza) e può essere integrato fino a 3.360 euro (280 euro al mese) come contributo affitto.

Gal: cos’è la Garanzia per l’attivazione lavorativa?

Vediamo ora come funziona l’altra misura che potrebbe essere attivata dal governo: la Garanzia per l’Attivazione lavorativa. Questa sarà riconosciuta ai nuclei con soggetti tra 18 e 59 anni in condizione di povertà assoluta, con un Isee non superiore a 6 mila euro, che non hanno i requisiti per accedere alla Garanzia per l’inclusione (Gil).

Pal: come funziona?

Vediamo ora l’ultima novità che potrebbe essere introdotta: la Pal. Questa misura sarà messa sul mercato a seguito della scadenza del Reddito di Cittadinanza. In particolare per coloro che  hanno sottoscritto un patto per il lavoro e sono inseriti in misure di politica attiva.

Garanzie per i datori di lavoro

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Altra novità è che, oltre ai vantaggi stimati per i lavoratori e per chi beneficiava del Reddito di Cittadinanza, ci saranno delle novità anche per i datori di lavoro. Questi infatti potranno avere degli sgravi fiscali fino al 50% nel consentire a queste persone di lavorare.