Putin, nuova legge contro la propaganda LGBT: divieti e censure

06/12/2022

Le “relazioni sessuali non tradizionali” saranno vietate anche tra gli adulti secondo l’ultima normativa russa, firmata dal presidente Putin, in materia di propaganda LGBT. Una nuova stretta che porta al divieto di pronunciare la parola “gay”, e che mira a difendere i valori e gli ideali tradizionali russi dall’attacco e dalle commistioni con l’Occidente.

pexels-marta-branco-1173576

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una nuova legge contro la “propaganda LGBT”, che punta a vietare quelle che vengono definite come “relazioni sessuali non tradizionali“, anche per quanto riguarda la popolazione adulta russa. Dal 2013, infatti, è in vigore un’altra norma, che ha come destinatari esclusivamente i minori. L’intenzione di Putin è quella di estendere la legge, allargandola a tutta la popolazione.

Una misura che ovviamente preoccupa a livello mondiale, dato che rischia di mettere a repentaglio oltre che la libertà di espressione di ciascuno anche e soprattutto i diritti delle minoranze, particolarmente toccate da un provvedimento del genere. La norma, infatti, è al limite della censura.

Putin: nuove norme contro la comunità LGBT

La nuova legge, firmata da Putin, è stata approvata dalla Duma lo scorso 24 novembre e ha sancito diverse sanzioni di tipo amministrativo nei confronti di chi viola la legge, ovvero di chi sarà ritenuto colpevole di aver contribuito a diffondere la cultura gay.

Tutto il materiale culturale e di informazione che incoraggia le relazioni gay o il cambio di sesso verrà considerato illegale, e allo stesso tempo saranno puniti coloro che verranno giudicati colpevoli di aver diffuso o usufruito di questi materiali. Vietato anche pronunciare la parola “gay”, che viene ritenuta completamente in contrasto con i valori tradizionali della cultura russa, che invece deve essere difesa da qualsiasi tipo di intromissione.

Timore diffuso c’è non solo da parte della comunità gay, ma anche di quella artistica e letteraria, che teme di non poter più godere di quella libertà d’espressione fondamentale soprattutto nel campo artistico.