Portogallo: la legge sull’eutanasia nuovamente bloccata

La legge sull’eutanasia in Portogallo non è ancora passata; l’ultima novità risale a mercoledì scorso, giorno in cui il presidente Marcelo Rebelo de Sousa non ha firmato la legge che avrebbe permesso di depenalizzare l’eutanasia e il suicidio assistito.

Eutanasia

Per la terza volta nel giro di poco tempo, la legge che potrebbe depenalizzare l’eutanasia e dunque permettere a chi ne senta la necessità di optare per il suicidio assistito ed essere seguito in un percorso tanto delicato, non è passata.

È accaduto in Portogallo dove il presidente Marcelo Rebelo de Sousa ha deciso di ostacolare con fermezza l’entrata in vigore di una legge in realtà proposta e voluta dal Parlamento portoghese (l’Assemblea della Repubblica) e approvata dalla maggioranza.

Mercoledì scorso de Sousa, presidente portoghese che proviene da un partito cattolico e conservatore di centrodestra ha, ancora una volta, messo un freno a una legge che potrebbe essere rivoluzionaria e permetterebbe di avere diritto di scelta sulla propria vita, o morte. Di eutanasia si parla spesso anche in Italia e il suicidio assistito è un argomento molto dibattuto; non è cosa semplice esprimere un’idea univoca, ma certo è che in molti pensano sia giusto avere la possibilità di scegliere se e quando lasciare il mondo sensibile.

La legge sull’eutanasia in Portogallo è stata bloccata: e ora?

marcelo rebelo

In Portogallo, repubblica semi presidenziale, il presidente in carica ha la possibilità di avere l’ultima parola sull’entrata in vigore delle leggi avendo dunque il potere di bloccarle, se vuole. È per questo che nonostante la maggioranza in Parlamento sia a favore, la legge che renderebbe legale l’eutanasia e il suicidio assistito non riesce a passare in Portogallo. Marcelo Rebelo de Sousa, di idee cattoliche e conservatrici, si era già opposto all’entrata in vigore della legge chiedendo nuovamente alla Corte di rimandare in parlamento il disegno di legge (2021).

Successivamente a novembre dello stesso anno, il Parlamento aveva modificato il disegno di legge sull’eutanasia e il suicidio assistito accogliendo le richieste della Corte; non mancava altro che la firma del presidente, che invece non c’è stata. Stessa identica storia di quel che è accaduto mercoledì: il nuovo rifiuto di De Sousa implica che la Corte dia un ulteriore nuovo parere e che poi il disegno di legge ripassi in Parlamento per poi, infine, attendere nuovamente che il presidente firmi.