Pensioni: proroga Quota 103, ma il resto non decolla

La riforma sulle pensioni non ha modo di andare a buon fine per il momento; intanto per l’anno corrente, sarà possibile andare in pensione anticipata con Quota 103 così come descritto in una nuova circolare dell’INPS.

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Da quanto si apprende finora è stata confermata la cosiddetta “Quota 103” anche per il 2023. Per quanto invece riguarda la riforma delle pensioni, scelte definitive non sembrano ancora raggiungibili.

Per quanto riguarda dunque la riforma chiamata “Quota 41” – che permetterebbe di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dalla propria età – sarà necessario attendere il 2025. 

L’impedimento principale per discutere compiutamente riguardo la riforma delle pensioni sarebbe di natura economica: servirebbero 9 miliardi di euro per permettere ai lavoratori di qualsiasi età di andare in pensione dopo avere versato 41 anni di contributi. Viste le poche risorse ora a disposizione il Governo ha deciso di spostare il focus sul pensionamento già esistente e che era stato introdotto dal Governo Draghi, appunto Quota 103.

Quota 103: come funziona?

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Quota 103, che permette di accedere al pensionamento con 41 anni di contributi e 62 di età, è stato prorogato per un anno; ma chi può accedere a tale trattamento pensionistico, e come? A fare chiarezza una nuova circolare dell’INPS, pubblicata lo scorso 10 marzo 2023.

Come già anticipato, a potere beneficiare del trattamento di pensione saranno solo i lavoratori che abbiano raggiunto i 62 anno di età e abbiano versato  41 anni di contributi:

Gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria (AGO) e alle forme esclusive e sostitutive della medesima gestite dall’INPS, nonché alla Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, che perfezionano entro il 31 dicembre 2023 un’età anagrafica non inferiore a 62 anni e un’anzianità contributiva minima di 41 anni, possono conseguire il diritto alla “pensione anticipata flessibile”.

Si apprende dalla circolare dell’INPS; inoltre l’INPS chiarisce anche come verrà calcolato l’effettivo importo mensile:

Il trattamento di pensione in esame è riconosciuto per un valore lordo mensile massimo non superiore a cinque volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente, per le mensilità di anticipo del pensionamento rispetto ai requisiti ordinari previsti per la pensione di vecchiaia di cui all’articolo 24, comma 6, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.

Ciò significa che per chi opta per la pensione anticipata riceverà un assegno pensionistico che non potrò essere superiore a 5 volte il valore dell’assegno minimo (ovvero sopra i 2.870 euro lordi).