Pensioni 2023, invio modello RED: chi deve inviarlo, entro quando e rischi

I pensionati con trattamenti legati al reddito devono presentare il modello RED entro la scadenza prevista, altrimenti si rischia la revoca del trattamento. Scopriamo insieme chi deve inviarlo ed entro quando.

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Ogni anno, i pensionati che beneficiano di prestazioni collegate al reddito devono presentare il modello RED, ossia la dichiarazione reddituale che deve essere trasmessa all’Inps in modo da consentire all’Istituto di verificare l’effettivo diritto alle prestazione stesse.

Ma entro quando inviare la dichiarazione? E cosa si rischia se non si rispetta la scadenza? Vediamo insieme.

Pensioni: cos’è il Modello RED

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Il Modello RED raccoglie tutta una serie di informazioni che non sono presenti nel modello 730 / Redditi Persone Fisiche.

Nello specifico, si distingue tra:

  • RED ordinaria 2022, tramite cui si richiedere la dichiarazione reddituale relativa all’anno 2021;
  • RED solleciti 2021 necessaria per comunicare i redditi relativi al 2020, da parte di coloro che non hanno adempiuto all’obbligo di dichiarazione nel corso della verifica ordinaria 2021 (i cosiddetti sollecitati).

Chi deve presentare il modello RED

Il modello Red deve essere presentato da:

  • chi presenta il 730 o il modello REDDITI PF ma possiede anche altri redditi che non vanno indicati in dichiarazione
  • chi presenta il 730 o il modello REDDITI PF ed è titolare di pensioni estere o di reddito da lavoro autonomo;
  • chi non ha fatto la dichiarazione dei redditi.

Entro quando e come inviare il Modello RED

Sia la dichiarazione ordinaria 2022 (redditi 2021) che la dichiarazione solleciti 2021 (redditi 2020) deve essere inviate entro il 28 febbraio 2023.

Il modello RED può essere presentato in via telematica all’Inps sul sito dell’Istituto oppure:

  • chiamando il Contact center dell’Istituto al numero 803.164 (gratuito da rete fissa) o lo 06.164.164 (da rete mobile);
  • tramite di CAF o altri soggetti abilitati convenzionati con l’Inps;
  • rivolgendosi alle strutture territoriali dell’Istituto.

Cosa rischia chi non lo presenta

L’omissione porta alla revoca della prestazione integrativa alla pensione e al recupero di eventuali somme percepite indebitamente.

Il recupero viene effettuato tramite una trattenuta sulla pensione:

  • di circa 11 euro mensili, per le pensioni integrate al minimo;
  • pari al 10% della pensione per quelle di importo superiore.