Pensione di invalidità dopo i 65 anni: revoca Inps, alternative, novità 2023

22/02/2023

Anche una sentenza della Corte di Cassazione conferma quanto previsto già dalla normativa di riferimento – che però ha subito delle variazioni nel 2023. La pensione di invalidità può essere riconosciuta solo a coloro che non hanno ancora compiuto 65 anni, altrimenti scatta la revoca: vediamo insieme cosa succede e quali sono le novità introdotte.

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Pensione di invalidità dopo i 65 anni: arriva lo stop dalla Corte di Cassazione, che ha applicato la normativa di riferimento in materia del sussidio. Come accaduto ad una donna che ha visto negarsi la pensione di invalidità – dopo il ricorso in Cassazione dell’INPS – perché al momento del riconoscimento aveva già compiuto 65 anni.

Se si considera la normativa, viene specificato che la pensione di invalidità viene riconosciuta a mutilati, invalidi civili e sordomuti, che abbiano un’età compresa tra i 18 e i 65 anni. Al compimento del 65esimo anno di età, quindi, scatta la perdita automatica del beneficio. Vediamo insieme cosa prevede la normativa per aggirare questo ostacolo e quali sono le novità previste dal 2023.

Pensione di invalidità: requisiti e novità

Va sottolineato che, a partire dal 2023, la fascia d’età è stata modificata: possono accedere al sussidio della pensione di invalidità tutti coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e i 67 anni, dopo i quali scatta l’impossibilità di ricevere la pensione di invalidità.

Per chi ha un’invalidità riconosciuta, però, lo stato ha pensato a strumenti alternativi di sussidio. Dopo i 67 anni, infatti, è possibile richiedere l’assegno sociale, una misura pensata proprio come sostituzione di quei sussidi che decadono al raggiungimento di un determinato anno di età. Chi ha percepito la pensione di invalidità o di inabilità, quindi, al compimento dei 67 anni non perde completamente il beneficio, ma lo sostituisce con l’assegno sociale.