Nuovo decreto di legge sull’ex Ilva: ondate di scioperi

Dalle 23 del 10 gennaio alle 7 del 12 gennaio è stato proclamato sciopero nell’ex Ilva di Taranto, Acciaierie d’Italia, dai sindacati Fiom Cgil, Uilm e Usb. I motivi sono legati ai contenuti del nuovo decreto di legge approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri.

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Ieri è stato approvato un nuovo decreto di legge riguardante l’ex Ilva di Taranto, che ha scatenato ondate di scioperi:

nonostante nella giornata odierna il mondo del lavoro e delle istituzioni, all’unisono, abbiano inviato al governo un messaggio forte e chiaro, ovvero di non erogare nessun ulteriore prestito pubblico in qualunque forma ad ArcelorMittal, socio totalmente inaffidabile ed inadempiente, senza un preventivo riequilibrio della governance che, cosi come garantito dallo stesso ministro delle Imprese e del Made in Italy in più circostanze, avrebbe dovuto prevedere l’ingresso di Invitalia in maggioranza, il Cdm ha approvato il decreto legge recante ‘Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale’ confermando la volontà di erogare i 680 milioni, già stanziati, in modalità finanziamento soci, ripristinando vergognosamente perfino lo scudo penale ai gestori del sito.

I sindacati Fiom Cgil, Uilm e Usb, hanno indetto scioperi di protesta per il nuovo decreto:

In altre parole il governo Meloni si disinteressa completamente delle richieste di un intero territorio, dei lavoratori, dei cittadini, cedendo ai ricatti di un operatore privato che si permette quotidianamente di prendersi gioco delle piaghe della nostra comunità, compiendo solo sgradevoli bluff e azioni incostituzionali, garantendogli, come se non bastasse, anche l’esimente penale per i propri comportamenti illeciti.

Ex Ilva di Taranto, i sindacati indicono lo sciopero

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Il nuovo Dl approvato dal Cdm prevede sostegni fino a 1 mld di euro per supportare la crisi dell’ex gruppo Ilva. In arrivo anche altri 680 milioni, a disposizione prima del 2024, come forma di finanziamento soci convertibile in un futuro aumento di capitale che prevederebbe la partecipazione dello Stato al 60% a cui ArcelorMittal aggiungerà 70 milioni di euro in cambio di una quota del 40%.

Non è d’accordo il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, che vede il decreto come:

una resa incondizionata del Governo nei confronti della multinazionale. Un atto grave e irresponsabile, l’ennesima occasione persa da parte di un Governo del nostro Paese.

Anche il leader della Fiom Michele De Palma è dello stesso avviso, ritenendo il decreto dannoso per l’ambiente e la salute:

le decisioni non rispondono alle richieste avanzate nè in materia di produzione nè in materia di occupazione nè in materia di ambiente e tutela della salute ma soprattutto non c’è una risposta alla richiesta di pubblicizzazione avanzata dalle organizzazioni sindacali a fronte delle inadempienze aziendali.