Milleproroghe 2023: cosa cambia per le pensioni

Il Milleproroghe è intervenuto anche sulle pensioni, in particolare modo sulla scadenza di una delle forme di pensionamento. Scopriamo insieme quali sono le novità introdotte dal decreto recentemente approvato.

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Tra gli interventi del decreto Milleproroghe rientrano anche nelle pensioni. Nello specifico, con l’approvazione del decreto è stata posticipata la scadenza delle Isopensioni. Vediamo insieme nel dettaglio di cosa si tratta, ma anche cosa sono le Isopensioni e come funziona.

Milleproroghe, le novità per le Isopensioni

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Il Decreto Milleproroghe prevede l’estensione dell’Isopensione fino al 2026. Gli emendamenti proposti dalle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato prevedono che il comma 5 bis sia aggiunto all’articolo 1 comma 160 della legge 27 dicembre 2017 n.205, sostituendo le parole 2018-2023 con 2018-2026.

Cosa sono le Isopensioni

Le Isopensioni sono state introdotte per la prima volta dalla riforma Fornero nel 2012 e poi estese dalla legge di bilancio del 2017 da 4 a 7 anni. Si tratta di una forma di anticipo pensionistico per i lavoratori delle aziende private con più di 15 dipendenti che consente di uscire dal mondo del lavoro sette anni prima rispetto ai requisiti contributivi ed anagrafici previsti.

Come funzionano

Per accedere all’Isopensione in caso di licenziamenti collettivi ai sensi della legge 223/1991, l’azienda deve sottoscrivere un accordo con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, indicando il numero dei lavoratori in esubero e il termine di conclusione dell’esodo incentivato.

Il lavoratore è libero di aderire o meno all’anticipazione della pensione. La domanda deve essere presentata utilizzando il modello AP97, sottoscritta dal lavoratore e dal legale rappresentante dell’azienda, e gestita telematicamente dall’INPS.

I limiti dell’Isopensione

Tuttavia, ci sono alcuni limiti che si applicano all’Isopensione. Gli importi non sono oggetto di rivalutazione automatica per perequazione e non sono reversibili ai superstiti. Inoltre, non possono essere decurtati per il pagamento di oneri come il riscatto di laurea o la ricongiunzione e non danno diritto ad assegni al nucleo familiare.