Migranti: nuova stretta alle ong
In queste ora il governo sta lavorando su tre assi che potrebbero portare ad altrettanti decreti sicurezza:nuove regolamentazioni per le Ong che effettuano salvataggi nel Mediterraneo, misure di prevenzione più stringenti contro la violenza sulle donne e per la lotta alle baby gang.
In queste ultime ore si è svolta una riunione tra gli uffici legislativi dei ministeri dell’Interno, Giustizia, Lavoro, Infrastrutture, Esteri e di Palazzo Chigi per affrontare alcune questioni: migranti, violenza sulle donne e baby gang, che potrebbero portare a 3 decreti sicurezza.
Intanto stamattina al molo Norimberga di Messina sono arrivati i 104 migranti a bordo del pattugliatore Monte Cimone della Guardia di Finanza. Erano partiti in 489 persone su un barcone dalla Libia, soccorso dalle motovedette della Guardia Costiera a sud di Porto Palo. I profughi sono stati poi suddivisi tra il porto di Augusta, Catania e Messina.
Qualche giorno fa in occasione della festa per il decennale di Fratelli d’Italia, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva annunciato che presto per le Ong ci sarebbero state
sanzioni più efficaci rispetto a quelle vigenti, che sono state depotenziate dal legislatore al punto che basta la visita di un medico a bordo per annullare l’azione del Governo.
Secondo il decreto sicurezza che potrebbe essere approvato le organizzazioni umanitarie potranno compiere un unico salvataggio, informando immediatamente le autorità e chiedendo l’approdo in un porto sicuro. Inoltre sarebbero vietati i trasbordi tra un’imbarcazione e l’altra.
Migranti: sanzioni più stringenti per le Ong
Previste anche nuove norme sulla violenza di genere riprendendo il disegno di legge messo a punto lo scorso anno dalle ministre Marta Cartabia e Luciana Lamorgese. Sono 121 le donne uccise dall’inizio dell’anno, di cui 99 in ambito familiare: numeri che fanno preoccupare e che rendono necessario un sistema di legge rinnovato.
Tra le ipotesi il carcere per chi tenta di manomettere il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima. Nuove proposte anche per contrastare il fenomeno delle baby gang: una recente ricerca del centro Transcrime dell’Università Cattolica, del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e quello per la Giustizia Minorile ha sottolineato il ruolo delle chat, motivo per cui potrebbe anche essere vietato l’uso del cellulare.