L’Italia sotto attacco: hacker filo russi nei sistemi di aziende e istituzioni

23/02/2023

Nelle ultime ore c’è stato un nuovo attacco di un gruppo di hacker che si sono infiltrati nei sistemi di aziende e istituzioni. Il gruppo che si firma con il nome di Noname057 sarebbe un gruppo di matrice filorussa. Il loro scopo sarebbe quello di « smascherare l’Italia russofoba ».

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Sono trascorse meno di 48 ore da quando Giorgia Meloni si è recata in visita a Kiev in occasione del triste anniversario di un anno dall’inizio della guerra. E proprio ieri, alcuni hacker filo russi hanno deciso di sferrare il loro attacco cyber informatico a vari sistemi di aziende e istituzioni italiane.

Il gruppo, che firma le sue azioni con il nome «  Noname057 », sarebbe di matrice filo russa. Scopo del loro attacco Ddos, sarebbe quello che loro stessi hanno dichiarato: «smascherare l’Italia russofoba». L’Italia fa però sapere di essere riuscita, almeno in parte, a difendersi dagli attacchi del gruppo.

Sul suo gruppo Telegram il gruppo fa sapere di aver sferrato il suo attacco mentre ancora la premier italiana si trovava in Ucraina. Scrivono:

Dopo la colazione con i croissants francesi, siamo andati a mangiare una pizza in Italia.

E fanno sapere di aver bloccato gli accessi al sito del Ministero della difesa.

Nuovo attacco hacker: bloccati siti di aziende e istituzioni italiane

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Il motivo dell’attacco, fanno sapere gli stessi hacker, sarebbe legato al fatto che l’Italia sta fornendo armi all’Ucraina per difendersi dalla Russia:

L’Italia fornirà all’Ucraina il sesto pacchetto di assistenza militare, che includerà tre tipi di sistemi di difesa aerea. Come ha detto il primo ministro italiano Giorgia Meloni durante una conferenza stampa a Kiev, si parla dei sistemi anticarro Sampt-t, Skyguard e Spike.

Colpiti dall’attacco informatico anche il sito del Viminale, quello del Ministero degli Esteri e quello delle Politiche agricole. Anche il portale per il rilascio della carta d’identità e il sito dei Carabinieri, il sito della banca Bper, quello del gruppo Tim, quello della società di utility A2A.

L’agenzia nazionale per la cybersicurezza fa sapere che si tratta di un attacco diretto alle applicazioni e quindi più difficile da smantellare ma che stanno lavorando in questa direzione con costanza.