Legge di Bilancio: novità sull’aumento delle pensioni

Camilla Principi
  • Laureata in Scienze della Comunicazione pubblica e digitale
  • Laureata in Scienze della Politiche Relazioni Internazionali
25/11/2022

La nuova Legge di Bilancio ha stabilito un ulteriore aumento delle pensioni, scopriamo a chi è dedicato e a quanto ammonta. Soddisferà le aspettative dei cittadini?

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Le pensioni con un importo inferiore rispetto al minimo che deve essere garantito godranno, in questo anno che viene, di un aumento ulteriore, oltre a quello previsto dalla rivalutazioneLa nuova Legge di Bilancio 2023 ha stabilito ulteriori cambiamenti in materia. Ma chi ha diritto all’aumento?

Con la nuova Legge di Bilancio 2023 è stato introdotto un nuovo bonus che aumenta le pensioni minime, bonus che si aggiunge all’integrazione già prevista dall’ordinamento.

Nuova Legge di Bilancio: novità sulla pensione

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Stando a quanto si evince dalla nuova Legge di Bilancio l’aumento previsto per la pensione minima non è del 120% come aveva annunciato Giorgia Meloni, bensì si tratta di un aumento aggiuntivo sull’importo già rivalutato. 

Siamo molto lontani dal raggiungere l’obiettivo stabilito da Silvio Berlusconi in campagna elettorale, ovver portare le pensioni minime a 1000. 

Pensione minima 2023: come cambia?

Innanzitutto, come già sottolineato, l’incremento delle pensioni avverrà dopo la rivalutazione. Il tasso di rivalutazione  per l’anno 2023 è pari al 7,3%, questa percentuale però si applica soltanto ai trattamenti inferiori a 4 volte il trattamento minimo. Nello specifico l’importo della pensione aumenterà da 525 euro (circa) a 563. 

Ma chi ha una pensione inferiore a 563 euro potrebbe comunque avere un ulteriore trattamento integrativo per raggiungere la soglia indicata come quella della pensione minima. Ma non tutti potrebbero accedere all’aumento della pensione, in quanto è necessario soddisfare determinati requisiti. 

Intanto è fondamentale che la pensione sia calcolata, almeno in parte, con il sistema retributivo. Infatti l’integrazione al trattamento minimo non spetta ai cosiddetti contributivi puri, cioè tutti coloro che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1 gennaio 1996. Successivamente vanno soddisfatti requisiti reddituali, nello specifico è necessario che il totale complessivo dei redditi del pensionato non superi i 7.328,49 euro annui (ammontare della pensione minima).

Entro le due volte il trattamento minimo, quindi 14.656,98 euro, l’integrazione spetta soltanto in modo parziale. Ma come viene calcolata in questo caso?

Due volte la pensione minima annua – reddito del pensionato/13