Le stazioni di polizia cinesi in Italia? Non sono “legali”

Da quanto emerge dal nuovo rapporto dell’ONG Safeguard Defenders, diverse stazioni di polizia cinesi che sorgono e operano sul suolo italiano non sono mai state autorizzate.

Italia

Safeguard Defenders, ONG (Organizzazione non governativa) spagnola nata nel 2016 in Spagna dopo la chiusura in Cina della ONG China Action, agisce in nome della difesa dei diritti umani concentrandosi nei paesi asiatici. Ed è proprio Safeguard Defenders che da tempo sta indagando su alcune stazioni di polizia aperte in Spagna e in altri Paesi europei e anche extra-europei.

Il primo rapporto sulla questione è stato condiviso dall’ONG lo scorso settembre, e ora una nuova indagine pubblicata evidenzia come alcune stazioni di polizia che si trovano sul suolo italiano e non solo, nate in collaborazione con le autorità locali, non abbiano in realtà mai ricevuto autorizzazioni ufficiali.

Polizia cinese “illegali”: in Italia undici stazioni

Polizia Cinese

Da quanto emerge dal rapporto Patrol and persuade di Safeguard Defenders che segue l’inchiesta dello scorso settembre sempre portata avanti dall’ONG spagnola, ci sarebbero diverse città italiane che ospiterebbero stazioni di polizia cinese mai autorizzate.

Il rapporto è stato creato attraverso dichiarazioni e dati pubblici che vengono dalla Cina e in tutto si parla di undici stazioni nelle seguenti città: Roma, Milano, Bolzano, Venezia, Firenze, Prato e una città siciliana non specificata.

Luoghi fisici riconosciuti come uffici burocratici e di tutela per i turisti cinesi, nonostante operino anche in altri modi. È per questo dunque che mancherebbe l’autorizzazione, perché le suddette stazioni metterebbero – anche – in atto attività di ricerca e repressione di cittadini e dissidenti all’estero. Ad esempio sembra che chi opera nelle stazioni abbia il compito di far rientrare in Cina i dissidenti fuggiti e non con metodi “gentili”.

E non solo in Italia, in tutto le stazioni di polizia spacciate per “semplici” uffici burocratici sarebbero un centinaio e sarebbero situate in Nord America, Europa e Africa. Il primato comunque rimane italiano, perché appunto con le sue undici stazioni in diverse città, il Bel Paese ospiterebbe il numero più alto di stazioni di polizia cinese non autorizzate.

In Italia sembra che le prime aperture siano state autorizzate ma che poi altre stazioni siano state aperte senza alcun passaggio ufficiale, quindi senza autorizzazione, in modo del tutto informale.