Ischia, condono nel 2018: Giuseppe Conte sotto accusa

28/11/2022

Giuseppe Conte finisce al centro delle polemiche per la frana che ha travolto abitazioni, auto e famiglie a Ischia. Secondo un provvedimento del 2018, infatti, l’accesso al condono per le case abusive era stato facilitato proprio dal governo con a capo Giuseppe Conte: dure le reazioni dopo le accuse. 

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La tragedia che si è consumata ad Ischia, dove una violenta frana – in seguito ad un’ondata anomala di maltempo – ha portato via abitazioni, auto e intere famiglie, che non hanno potuto fare niente di fronte al fango e ai detriti che sono scesi fino al mare, ha scatenato nuovamente il dibattito su case abusive e condoni edilizi. 

L’abusivismo sull’isola è un dato di fatto, così come i provvedimenti che hanno facilitato l’accesso al condono per molti abitanti. Tra questi è finito nel mirino un provvedimento firmato nel 2018 dal governo che allora aveva a capo Giuseppe Conte: il decreto Genova, infatti, aveva rappresentato una “sanatoria” per tutte quelle case che erano state costruire dopo il terremoto.

Ischia: Giuseppe Conte si difende

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“Nessun condono, era solo una procedura di semplificazione”, ha spiegato Giuseppe Conte, cercando di difendersi dalle accuse che stanno montando nei suoi confronti e che stanno portando la tragedia di Ischia a diventare un vero e proprio caso politico. Secondo quanto riportato da Legambiente, infatti, quel provvedimento avrebbe portato circa mille richieste di condono, con oltre 600 case che erano state destinatarie di un’ordinanza di abbattimento proprio perché abusive.

Giuseppe Conte ha spiegato che non si è trattato affatto di un condono, ma semplicemente di una dovuta “procedura di semplificazione”. L’ex premier, però, non è riuscito a convincere gli accusatori, tra cui spiccano Matteo Renzi (“Ha fatto un condono, ha chiuso l’Unità di missione sul dissesto e non si vergogna?”), Carlo Calenda e il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, che ha condannato ripetutamente tutte le politiche e gli interventi che hanno contribuito a far restare in vigore l’abusivismo.