Iran, condanna a morte: giustiziato un manifestante

08/12/2022

Dopo le proteste in strada e i successivi arresti dei manifestanti, è stata eseguita la prima condanna a morte in Iran. Un giovane ragazzo di 23 anni è stato giustiziato per essere sceso in piazza e aver protestato creando disordine pubblico. Una notizia che ha creato sgomento e indignazione in tutto il mondo. 

iran polizia morale

La situazione in Iran sta diventando sempre più delicata. Dopo le proteste in piazza, i soprusi contro le donne, gli arresti dei manifestanti, ecco arrivare la prima esecuzione a morte. La magistratura della Repubblica islamica ha comunicato di aver giustiziato un giovane ragazzo di soli 23 anni, Mohsen Shekar. 

Accusato dal tribunale di essere un “rivoluzionario contro Dio”, il giovane era stato coinvolto nelle proteste in piazza contro il governo iraniano, e avrebbe bloccato una strada, estraendo un’arma – secondo le autorità islamiche con l’intento di uccidere. Stando a quanto riportato, durante l’udienza che si sarebbe svolta lo scorso novembre, il ragazzo avrebbe ammesso le sue colpe e per questo sarebbe stato giustiziato proprio nella mattinata di oggi, giovedì 8 dicembre.

Si tratta della prima esecuzione a morte dopo l’inizio dell’ondata di proteste contro il governo. Una decisione che lascia sgomento il resto del mondo.

Iran, prima esecuzione: le reazioni dal mondo

La ministra degli Esteri tedesca ha parlato di disprezzo dell’umanità senza confini da parte delle autorità iraniane, che però non riusciranno a bloccare il desiderio di libertà del popolo nemmeno con le esecuzioni a morte. Parole condivise anche dal ministro degli esteri della Gran Bretagna che ha espresso “disprezzo aberrante” per la violenza che si sta diffondendo in Iran, e di fronte alla quale il mondo non può rimanere inerme.

Al momento in Iran sono più di 400 le persone arrestate in seguito alle numerose manifestazioni in piazza e 11 quelle che hanno ricevuto la sentenza di condanna a morte. Le fonti locali, inoltre, rivelano che le autorità, durante le proteste, sparano senza pietà contro le donne.