INPS, contributi non pagati: in arrivo avvisi per commercianti e artigiani

05/05/2023

Come comunicato attraverso una nota ufficiale diffusa sul sito dell’INPS, sono in arrivo gli avvisi bonari rivolti ad artigiani e commercianti in merito alle rate di contributi che risultano non essere state pagate. Di che cosa si tratta e come si potrà rispondere nel momento in cui si riceverà questo avviso? 

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L’INPS ha comunicato – tramite nota ufficiale pubblicata sul sito – che partirà con l’invio degli avvisi bonari in particolare per le categorie di commercianti e artigiani. Di cosa si tratta? Stiamo parlando di  una comunicazione rivolta ai lavoratori autonomi per cui non risultano essere state pagate rate di contributi fissi.

In particolare, come risulta dalla nota pubblicata dall‘INPS, si tratta delle rate che fanno riferimento ai mesi di febbraio, maggio, agosto e novembre per quanto riguarda il 2022, mentre il mese di febbraio è preso in considerazione per quanto riguarda il 2023. I contribuenti che non hanno versato le rate dovute, quindi, riceveranno l’avviso bonario in automatico dall’INPS: cosa comporta questa comunicazione?

INPS, avvisi bonari: cosa fare?

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Si potrà visionare la comunicazione accedendo al “Cassetto previdenziale Artigiani e Commercianti”, oltre che tramite mail nel caso il contribuente abbia fornito il proprio indirizzo di posta elettronica al momento dell’iscrizione. Nel caso in cui il pagamento dei contributi sia stato già effettuato, il contribuente potrà contattare l‘Istituto previdenziale tramite le modalità indicate nel cassetto fiscale, facendo presente all’INPS che si è già provveduto a sanare la propria posizione.

Dopo aver contattato l’INPS e aver effettuato la procedura che è stata indicata, l’ente provvederà a ratificare il pagamento avvenuto.

L’avviso bonario inviato dall’INPS rappresenta una forma di sollecito al pagamento, che, nel caso in cui non venga effettuato nemmeno dopo la comunicazione, sarà richiesto nuovamente con un avviso di addebito con valore esecutivo. Arrivati a questo punto, infatti, l’INPS potrà procedere con il recupero crediti che potrebbe portare anche ad una espropriazione forzata verso il debitore.