Gobba e mano ad artiglio: saremo così tra mille anni

08/11/2022

Qual è l’impatto della tecnologia nelle nostre vite? L’uso dei nuovi dispositivi digitali non ha conseguenze solo sul nostro modo di relazionarci e vivere il mondo intorno a noi, ma anche sul nostro corpo. Secondo uno studio della compagnia americana TollFreeForwarding, “l’uomo del futuro” sarà completamente diverso – fisicamente – da quello di oggi.

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La tecnologia è ormai una parte integrante delle nostre vite, a cui è impossibile rinunciare. Dallo smartphone, uno degli elementi più presenti quotidianamente in tutte le nostre attività, passando per il computer e arrivando fino al tablet, sono diversi i dispositivi digitali che utilizziamo ogni giorno e che hanno un forte impatto non solo sulla nostra psiche, ma anche sul nostro corpo.

La conseguenza più immediata dell’uso delle tecnologie è visibile nei rapporti umani e nel modo di vivere la realtà circostante: ad oggi si vive sempre di più nello spazio virtuale e sempre di meno in quello reale. Secondo uno studio pubblicato dalla compagnia americana TollFreeForwarding, l’impatto delle tecnologie sarà visibile anche sul nostro corpo, che sarà completamente modificato tra mille anni. 

L’uomo fra mille anni sarà così

Mindy (1)

Secondo quanto riportato dallo studio sopra citato, alcuni dei comportamenti che sono stati portati avanti dall’uomo per adattarsi all’uso dei moderni dispositivi tecnologici potrebbero diventare caratteristiche “fisse” ed essere tramandate alle generazioni successive. In particolare, tra mille anni, il prototipo dell’uomo potrebbe essere come “Mindy”, una ragazza virtuale sulla quale sono state disegnate queste ipotetiche caratteristiche.

Prima di tutto, Mindy presenta la gobba, dovuta al tempo trascorso davanti al computer o allo smartphone con il busto che viene costantemente spinto in avanti e il collo che viene portato in ipertensione per sorreggere la testa, sbilanciando così la colonna verticale.  Il collo di Mindy, infatti, è più corto  e largo rispetto a quello a cui siamo abituati oggi. E poi, la mano ad artiglio – esattamente per il modo in cui si tiene il cellulare – unita al gomito a 90°.

Cambiamenti sono previsti anche a livello della testa, con un cranio più spesso per consentire una maggiore protezione rispetto alle radiazione e alle onde elettromagnetiche alle quali siamo costantemente sottoposti e con un cervello più piccolo, dovuto al fatto che diverse funzioni – come quelle mnemoniche – non sono più necessarie proprio grazie alla tecnologia.