Francia: non si fermano le proteste per l’innalzamento delle pensioni
Non si fermano cortei e ondate di protesta in Francia contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Macron, che prevede un innalzamento dell’età. I sindacati sottolineano che sono quasi 3 milioni le persone che hanno aderito, dice il sindacato CGT, sintomo del malcontento generale.
Rimane alta la tensione anche se gli scontri sono contenuti, tranne a Parigi dove sono scoppiati scontri tra polizia e una parte del corteo: a dare inizio allo scontro è stato un gruppo di “casseurs” che ha lanciato bottiglie di vetro e sanpietrini contro le forze dell’ordine. Subito la polizia ha lanciato dei gas lacrimogeni.
Sindacati e prefetture fanno sapere che la partecipazione ai cortei è stata complessivamente più alta nella seconda giornata rispetto alla prima giornata di mobilitazione, che si è tenuta il 19 gennaio scorso. L’adesione agli scioperi è stata invece leggermente inferiore nella seconda giornata: ha preso parte il 19,4% dei dipendenti pubblici (contro il 28% del 19 gennaio), il 36,5% dei ferrotranvieri della Sncf (contro il 46,3% della prima giornata), il 26,65% degli insegnanti delle scuole primarie e il 25,22% nelle scuole secondarie.
Cortei e scioperi, alta la partecipazione in Francia
Secondo i dati della CGT, in tutta la Francia hanno manifestato 2,8 milioni di persone di cui 500mila a Parigi. A Marsiglia hanno manifestato oltre 200mila persone, mentre a Rennes i cortei hanno visto una presenza di almeno 31mila persone e a Nantes 65mila, secondo fonti sindacali. A Lione e Lille hanno protestato anche i pompieri.
A Parigi verso la fine della manifestazione, a place Vauban, nel settimo arrondissement, aumentano le tensioni. In tutto il Paese presenti 11mila fra poliziotti e gendarmi, sintomo che lo stato riconosce la pressione sociale. L’aumento delle pensioni in Francia continua a dividere il paese.
Poco prima della seconda giornata di protesta in Francia, il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, in visita in Olanda, ha ribadito ila sua vicinanza alla premier, Elisabeth Borne, che ha affermato ieri che l’aumento dell’età pensionabile a 64 anni “non è più negoziabile”.
Per Macron la riforma delle pensioni:
è indispensabile, quando la si paragona al resto d’Europa e se si vuole salvare il nostro sistema per ripartizione.