Caf e commercialisti, errori su bonus e sussidi: come recuperare?

13/03/2023

Nel momento in cui ci si rivolge ad un intermediario – che sia un commercialista oppure un ente di patronato o un Caf – per ottenere un bonus, un sussidio specifico oppure per verificare i requisiti di accesso alla pensione, si può incorrere in un errore del professionista e perdere così l’agevolazione: cosa fare in questi casi?

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Sono situazioni rare, ma possono capitare: nel momento in cui un privato cittadino si rivolge ad un professionista, come può essere un commercialista oppure un Caf, per inoltrare una domanda per un sussidio o un bonus previsto dal governo, potrebbe ritrovarsi a perderlo per mero errore del professionista: basta un ritardo, una svista (ovviamente in buona fede) e l’agevolazione è persa, per lo meno per quella finestra.

Cosa succede in questi casi? Ovvero, come può il contribuente tutelarsi ed eventualmente ricorrere ad altri strumenti per riuscire a recuperare quanto perduto? Vediamo insieme cosa si può fare in situazioni come queste.

Errori di Caf e commercialisti: come fare?

Di fronte ad un errore da parte del professionista, il contribuente ha diversi strumenti di tutela: il commercialista o il Caf, essendo professionisti ed esperti della materia, sono tenuti ad erogare prestazioni professionali di livello adeguato – applicando i criteri di diligenza, seguendo tutte le prassi che sono indicate dalle leggi e rispettando le disposizioni normative.

Questo significa che, nel caso in cui venga commesso un errore oppure una mancanza, la responsabilità è sempre in capo al professionista. Nel caso in cui avvenga un errore nel momento della compilazione oppure per quello che riguarda un versamento, il contribuente può richiedere al professionista il pagamento delle sanzioni, anche se ovviamente di fronte all’erario la persona che risponde è sempre quella del contribuente – che è tenuto a pagare quanto indicato (a prescindere dall’errore commesso dal professionista).

Va sottolineato che i professionisti sopra citati sono tenuti ad avere un’assicurazione, che può essere utilizzata proprio per pagare i danni di un errore che è stato formalmente riconosciuto: il cittadino che è stato penalizzato in prima battuta può cercare un accordo col professionista, successivamente può inviare una diffida e, come ultimo step per vedersi riconosciuto il risarcimento, può ricorrere al Giudice di Pace.