Bonus edilizi: un’ennesima truffa, questa volta a Trieste

Nemmeno una settimana fa è giunta la notizia della maxi truffa da 90 milioni di euro a Monza. Sempre con falsi interventi di recuperi edilizi, un’inchiesta della Guardia di finanza di Trieste ha portato alla luce un’altra frode ai danni dello Stato.

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Lo scorso 4 aprile è stata resa nota una maxi truffa ai danni dello Stato, con quarantotto indagati da parte Procura di Monza per degli acquisti illeciti nel settore dei bonus edilizi, per falsi per interventi di  “Recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, rischio sismico, impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica”.

A pochi giorni dopo il sequestro di beni e crediti fiscali per un valore di circa 90 milioni di euro a Monza, sono stati confiscati altri crediti fiscali ottenuti sempre attraverso i bonus edilizi, nello specifico il bonus facciate, utilizzato in maniera impropria per degli immobili ubicati a Trieste.

Trieste: tre denunce e un sequestro da 200 milioni

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La Guardia di finanza di Trieste ha condotto un’inchiesta sui crediti fiscali ottenuti attraverso il bonus facciate, che ha svelato come ci fossero delle incongruenze che hanno portato al sequestro (ma preventivo) di più di:

212 mila euro emesso d’urgenza dall’Ufficio del G.I.P. presso il Tribunale di Trieste su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Informa Rai news. Nello specifico è stato dichiarato in modo falso l’inizio dei lavori per il rifacimento delle facciate di due immobili residenziali di pregio ubicati a Trieste: lavori mai avvenuti.

È stata una società di Pesaro a ottenere in modo illecito i crediti fiscali, mentre la Guardia di Finanzia sta ora approfondendo la questione, effettuando anche perquisizioni nella stessa Trieste, a Milano e Pesaro.

Oltre al titolare della società di Pesaro sono giunte denunce alla competente Autorità Giudiziaria, ovvero l’amministratore di una società edile triestina, identificata nei falsi lavori come la sub-appaltatrice.

La suddetta Autorità Giudiziaria aveva fatturato opere di rifacimento mai messe in atto, mai esistite.  Accusato sempre di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche un professionista iscritto all’Albo degli Ingegneri della provincia di Milano, il quale avrebbe rilasciato  false asseverazioni sullo stato di avanzamento dei lavori “fantasma”.