Assegno maternità 2023: nuovi importi, aumento in arrivo, rivalutazione

11/03/2023

Secondo la circolare emessa dall’INPS, l’assegno di maternità – erogato a supporto delle donne in determinate circostanze previste dal decreto legislativo che ha introdotto la misura di sostegno – verrà rivalutato nel 2023. E così l’importo dell’assegno di maturità aumenterà di conseguenza: vediamo insieme cosa cambia e chi ne beneficerà maggiormente. 

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L’assegno di maternità che viene erogato dall’INPS – secondo quanto riportato dalla circolare emessa in data 8 marzo dall’ente previdenziale – sarà rivalutato alla luce dell’aumento dei prezzi al consumo per le famiglie italiane. Di conseguenza l’assegno di maternità concesso dai Comuni sarà oggetto di rivalutazione e conseguente aumento.

Innanzitutto va ricordato che l’assegno di maternità viene erogato in caso di parto, adozione o affidamento pre-addottivo; può essere richiesto anche da cittadini stranieri o comunitari (che abbiano un permesso di soggiorno valido in Italia), a patto che rientrino nei limiti di reddito previsti dalla legge e che non siano già titolari di altre coperture previdenziali o di altri assegni di maternità erogati dall’INPS.

La domanda per poter ottenere l’assegno di maternità deve essere presentata entro sei mesi dalla nascita del bambino oppure dall’arrivo del minore adottato in famiglia presso il proprio Comune di residenza.

Assegno di maternità: aumento previsto

La rivalutazione dell’assegno di maternità ha portato ad un aumento pari all’8,1% dell’importo, che quindi arriva a 1.917,30 euro come totale complessivo per l’annualità 2023. L’assegno verrà erogato ai cittadini che hanno un reddito non superiore a 19.186,13 euro e sarà diviso in cinque rate mensili dell’importo di 383,46 euro – considerando il massimo dell’agevolazione che può essere percepito da chi inoltra la domanda per l’assegno di maternità.

I criteri di reddito per l’assegnazione del supporto alle neo-mamme o mamme adottivo viene stabilito ogni anno. Come specificato, nel 2023 si è deciso per la rivalutazione dell’importo, considerando l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità che influiscono quindi sul totale delle spese delle famiglie italiane.