Accoglienza migranti, Francia: ultimatum all’Italia

25/11/2022

Si riaccende lo scontro tra Italia e Francia sull’accoglienza dei migranti. Dopo l’incidente diplomatico tra Giorgia Meloni e Emmanuel Macron per lo sbarco della Ocean Viking, ecco che il Ministro degli Interni francese torna a mettere in chiaro le cose: se i Paesi del Mediterraneo non sono disposti ad aprire i porti, la Francia si tirerà indietro sul ricollocamento. 

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Si preannuncia un nuovo scontro tra Italia e Francia sulla questione che sta dividendo l’Europa, ovvero l’accoglienza dei migranti. Dopo l’incidente diplomatico sulla Ocean Viking, l’ong con a bordo 231 migranti che è stata fatta sbarcare in Francia in seguito ad un accordo tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron, mai confermato dalle autorità francesi, si riapre il dibattito sull’accoglienza e il ricollocamento di chi arriva in Europa.

Durante il consiglio straordinario voluto dall’Ue proprio per dibattere sulla questione migranti, il ministro degli interni francese ha subito messo in chiaro il suo punto di vista, lanciando una specie di ultimatum all’Italia che, come paese che affaccia sul Mediterraneo, è chiamata a favorire lo sbarco delle Ong sulle proprie coste.

Migranti: l’Italia deve accogliere i migranti

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Quello di Gerald Darmanin è stato un intervento che suona come un avvertimento nei confronti dell’Italia. Il ministro degli interni della Francia, infatti, non ha utilizzato mezze misure nell’esprimere il concetto:

Se Roma non prende le navi e non accetta la legge del mare e del porto più sicuro, non c’è motivo che i Paesi che fanno i ricollocamenti siano Francia e Germania.

Non solo, il ministro ha ricordato quanto è stabilito anche nei 10 punti del piano della Commissione Europea, ovvero il rispetto del diritto del mare e il fatto che le Ong si trovino nel Mediterraneo per salvare vite e “in nessun caso possono essere equiparate a organizzazioni di passaggio”. Infine, Gerald Dermanin ha lanciato un monito a tutti i paesi del Mediterraneo, tra i quali è ovviamente compresa anche l’Italia:

Dovrebbero aprire i loro porti alle imbarcazioni, soprattutto nelle Ong, che navigano nelle acque territoriali del Sud del Mediterraneo, perché a volte non vengono aperti i porti.