Tetto al contante a 5000 euro scomparso dal decreto: sarà in manovra?

Secondo quanto annunciato dal Governo Meloni il tetto al contante, al momento fisso a 2000 euro, raggiungerà ben presto i 5000 euro. Una delle misure più discusse di questo esecutivo, è però sparita dalla bozza del decreto Aiuti quater. Cosa significa? La Lega, tramite Matteo Salvini, ha subito rassicurato tutti. 

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A sorpresa, nella bozza del decreto Aiuti quater è stata eliminata una delle misure più dibattute proposte dal Governo Meloni, ovvero quella che prevede l’innalzamento del tetto del contante a 5000 euro (al momento, per i pagamenti in contanti nei negozi fisici, la massima cifra possibile è quella di 2000 euro).

Era stata proprio Giorgia Meloni ad annunciare la misura dopo il consiglio dei ministri, affermando che la decisione di alzare il tetto del contante a 5000 euro era stata già inserita nel programma e sarebbe stata attuata anche per adeguarsi agli standard degli altri paesi europei. Nel testo della bozza del decreto Aiuti quater, però, la misura non è presente: cosa è successo?

Tetto al contante a 5000 euro: quando arriva?

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Il decreto Aiuti quater sta per essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e, secondo le prime indiscrezioni, non conterrà la misura dell’innalzamento del tetto al contante, nonostante quanto era stato dichiarato da Giorgia Meloni. Da una prima analisi, sembra che il Quirinale abbia bloccato l’inserimento di questa misura in un decreto del governo, perché non giustificata dall’urgenza.

Sulla vicenda è intervenuto prontamente Matteo Salvini, che ha rassicurato tutti affermando che non si tratta né di una cancellazione né di una bocciatura. La misura verrà comunque approvata e inserita nella prossima Legge di Bilancio, a cui il governo sta lavorando. Queste, nel dettaglio, le parole pronunciate dal vicepresidente del consiglio:

Nessun problema: dal 1° gennaio 2023 il tetto per l’uso del contante salirà a 5mila euro. La norma sarà inserita nella Legge di Bilancio.

La polemica sulla decisione di alzare il tetto del contante è derivata da un’analisi condotta dall’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, secondo cui ci sarebbe una correlazione certa e diretta tra la quantità di denaro contante in circolo e l’evasione fiscale.