Pensioni: per le donne 4 mesi per ogni figlio, il piano

Il tema delle pensioni è sempre caldo ed è sul tavolo del governo che a riguardo non ha ancora raggiunto un accordo. Sembra però possibile un nuovo piano in fase di valutazione del governo, secondo cui le donne avrebbero diritti a 4 mesi di pensione anticipata per ogni figlio.

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In queste ore il governo valuta l’ipotesi di una modifica al piano pensionistico, secondo cui verrebbero portati a quattro i mesi di anticipo per ogni figlio (già previsti dalla riforma Dini solo per chi è nel contributivo pieno). Ne discute oggi il governo durante l’incontro tra il sottosegretario Claudio Durigon e Cgil, Cisl , Uil e Ugl.

La possibilità di anticipare il pensionamento di 4 mesi per le donne è già prevista dalla riforma Dini, ma solo nel caso di pensioni calcolate con il contributivo puro. Si valuta invece di estenderlo a tutte le donne. Rispetto a Opzione donna il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri commenta:

il governo ha messo sul tavolo una prima intenzione di modificare le norme previste dalla legge di Bilancio. Stanno lavorando per modificare l’attuale impostazione ma non ci hanno specificato se si tratti di un ulteriore modifica o del ripristino delle norme scadute il 31 dicembre scorso. Ci daranno una risposta nei prossimi giorni perché stanno interloquendo con il Mef sulle risorse necessarie. Noi abbiamo ribadito che con il ripristino di Opzione donna, come previsto prima della legge di bilancio, a fronte di un aumento di spesa per i primi 5 anni ci sarebbe poi un guadagno per le casse dello stato considerato che le donne perdono il 30% della retribuzione. Non si possono cambiare le regole in corso d’opera.

Pensione: si valuta l’estensione dei 4 mesi per figlio a tutte le pensioni

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Anche il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari commenta:

Abbiamo chiesto conto dell’impegno con cui si era concluso il tavolo precedente di ripristinare i requisiti di Opzione donna e non c’è stata risposta. Questo significa che non diamo risposta alle 20-25 mila donne che utilizzano lo strumento, che peraltro è una platea limitata per una misura comunque penalizzante.

Ogni novità in termini di pensioni viene però frenata dai dati economici: l’Inps prevedere di chiudere l’esercizio 2023 con un risultato negativo di oltre 9,7 miliardi, contro gli 1,8 miliardi di attivo del 2022, e appare quindi chiaro che non ci si può aspettare grosse riforme.