Luce e gas, aumenti illegali: sette società nel mirino dell’Antitrust

L’Antitrust ha deciso di aprire un’istruttoria su sette società – le maggiori in Italia – che si occupano della fornitura di gas e luce. Secondo quanto emerso, ci sarebbero state delle modifiche di contratto unilaterali ed illegali che avrebbero portato all’aumento del costo delle bollette di gas e luce per gli utenti. 

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Sette procedimenti istruttori sono stati avviati dall’Antitrust nei confronti delle maggiori società che forniscono luce e gas in Italia. Stiamo parlando di Eni, Enel, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie. Secondo quanto emerso dalle prime indiscrezioni, ci sarebbero in atto dei controlli per capire se si sono verificate delle modifiche illegali ai contratti degli utenti, ai quali sarebbero stati addebitati una serie di rincari non dovuti.

Sarebbero state riscontrate delle illegalità nelle proposte di modifiche del prezzo delle forniture e di conseguenza anche nella stipula dei termini del nuovo contratto. Ecco perché le società saranno chiamate ad annullare le nuove condizioni economiche proposte ai clienti, tornando a quelle attuate prima del 10 agosto 2022.

Luce e gas: contratti illegali?

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Considerando il titolare di imprese, consumatori e condomini che hanno accettato nuove condizioni contrattuali (più di 7 milioni), più di 2 milioni e mezzo è stato interessato da un aumento ingiustificato dei prezzi. In particolare si sta parlando dei nuovi contratti che riguardano la fornitura di luce e gas. 

Le sette società che sono state sottoposte ad istruttoria – e che si aggiungono agli altri quattro procedimenti contro Iren, Dolomiti, E.On, Iberdrola – avrebbero violato l’articolo 3 del decreto Aiuti Bis, che prevede il divieto di modificare le condizioni contrattuali dal 10 agosto fino al 30 aprile 2023. L’aumento o la variazione del prezzo della luce e del gas è consentito solo nel caso in cui sia stata già concordato prima dell’attuazione del decreto.

Ora le sette società destinatarie del provvedimento dell’Antitrust – oltre a dover sospendere l’attuazione delle nuove condizioni contrattuali – avranno sette giorni di tempo per rispondere alle osservazioni mosse nei loro confronti.