Lavoro, boom di dimissioni: oltre un milione e mezzo in nove mesi

In una nota ufficiale pubblicata dal Ministero del Lavoro, si registra un considerevole aumento delle dimissioni dal posto di lavoro negli ultimi nove mesi. Confrontati con i dati registrati nello stesso periodo dello scorso anno, fotografano una situazione che deve essere monitorata. 

pexels-energepiccom-313690

Nel mondo del lavoro, in Italia, si registra un aumento considerevole delle dimissioni volontarie. Secondo quanto riportato da una nota ufficiale del Ministero del Lavoro, sono state oltre un milione e mezzo le dimissioni nei primi nove mesi del 2022. Se confrontati con gli stessi dati dell’anno precedente, quando la cifra si era attestata su 1,36 milioni, facendo segnare così un aumento del 22%. 

Se la prima causa della fine del rapporto lavorativo è imputata ai contratti a termine, la seconda voce è quella della dimissioni volontarie. Secondo il segretario della Cisl, Giulio Romani, l’aumento delle dimissioni volontarie – considerando anche l’alto tasso di disoccupazione che continua ad esserci nel nostro paese – spinge a fare una riflessione sul “cambiamento del mercato del lavoro”.

Lavoro: in aumento dimissioni e licenziamenti

1,66 milioni sono le dimissioni volontarie registrate nel 2022: un trend che si conferma sempre in aumento anche nell’ultimo trimestre dell’anno (562mila, per un totale di +35mila rispetto allo stesso periodo del 2021). Stando ai dati riportati dal Ministero, risultano essere in aumento anche i licenziamenti, che erano stati bloccati nel periodo della pandemia e che ora sono risaliti in maniera importante (+47% considerando il confronto tra gennaio-settembre 2022 e lo stesso periodo del 2021).

Secondo una prima analisi del segretario della Cisl, bisogna considerare anche il benessere lavorativo che viene assicurato dalle aziende e dalle imprese:

Le imprese in cui si sviluppa benessere lavorativo e qualità del lavoro risulterebbero essere una minoranza, non casualmente le stesse, per classe dimensionale (da 10 a 250 dipendenti) e modelli organizzativi, in cui la produttività risulta particolarmente elevata, la più alta d’Europa.