Inflazione, impennata imprevista: è il dato più alto dal 1984

Un livello così alto non si raggiungeva dal 1984: il dato dell’inflazione è la spia di una situazione economica in cui il governo Meloni  – appena entrato in carica – dovrà immediatamente intervenire. Sindacati e commerciati chiedono misure immediate per bloccare l’impennata dell’inflazione. 

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Il governo Meloni – che si è appena insediato – dovrà subito affrontare una questione delicata, spinosa e molto importante per il paese: quella dell’inflazione. Secondo gli ultimi dati che sono stati pubblicati, si è raggiunto il dato più alto dal 1984. Un segnale allarmante che si unisce al caro bollette e al costo sempre più grande delle materie prime e delle fonti di energie.

I dati forniti dall’Istat sono stati sorprendenti, ma in negativo. Un balzo in avanti del 12% che nessuno si attendeva e che ha il potere di mettere in allarme sindacati e commercianti, pronti a chiedere manovre e interventi al governo Meloni. Preoccupante, in generale, il quadro riportato dall’Istat: non è solo il dato dell’inflazione a mettere in allarme.

Dati Istat: situazione allarmante

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Secondo quanto riportato dall’Istat, sono in forte rialzo i prezzi dell’energia e di conseguenza quelli degli alimenti. Una situazione che può diventare urgente e preoccupanti per imprese e cittadini. Ecco perché la richiesta di un intervento è stata fatta prontamente da sindacati, consumatori, imprese e anche dal Partito Democratico, con alcune dichiarazioni di Debora Serrachiani: “La maggioranza si concentri su questo e non su condoni e contante”.

Una delle prime proposte inserite nella manovra sarà, come preannunciato da Salvini, sull’aumento della soglia del contante per i pagamenti cash, che vorrebbe essere aumentata da 2mila e 10mila. Per l’opposizione, non deve essere questa la priorità.

Come riferito dal Codacons, considerando le spese medie di una famiglia italiana, con l’inflazione e con l’aumento dei prezzi dell’energia, ogni nucleo familiare si troverà a spendere 752 euro in più ogni anno. Per Confcommercio questa situazione non avrà modifiche importanti – in chiave positiva – nel prossimo futuro, ma auspica che perlomeno all’inizio del 2023 possa arrivare un calo del costo dell’energia, che potrebbe far ripartire tutto in una nuova chiave.