Gas: prezzo in calo ma arrivano le minacce russe

Nel momento in cui arrivano continue minacce da parte della Russia sulle prossime forniture di gas, il prezzo continua a scendere e raggiunge i livelli precedenti alla guerra tra Russia e Ucraina. Stando alle prime analisi, questo dipenderebbe sia dal clima mite sia dalla minore domanda.

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Il prezzo del gas fa registrare un calo importante. Per la prima volta scende sotto gli 88 euro, ovvero l’ultima soglia toccata prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con conseguente scoppio di un conflitto che si preannuncia ancora lungo e sanguinoso. Segnali incoraggianti, però, arrivano proprio dall’andamento del prezzo del gas, ancora in picchiata nonostante le voci che arrivano dalla Russia.

Parlando di cifre, il contratto forniture Ttf ad Amsterdam ha chiuso a 82 euro a megawattora (-9%). Un calo del genere non si registrava dallo scorso settembre e di certo va segnalato il fatto che sia arrivato proprio dopo l’accordo sul price cap, il tetto al prezzo del gas che è stato definito dall’ultimo meeting europeo.

Gas: le minacce dalla Russia

Secondo una prima analisi della diminuzione del prezzo del gas, oltre al price cap andrebbe ad incidere anche il clima mite (con le alte temperature – rispetto al periodo dell’anno considerato – che si sono fatte registrare sia nel Centro Europa sia nel Sud Europa) e la diminuzione della domanda. In questo momento dell’anno, in cui ci sono le festività natalizie e le attività industriali tendono a rallentare, è normale che ci sia un calo della domanda di forniture di gas rispetto ai precedenti mesi.

Nel frattempo, continuano ad arrivare minacce da parte della Russia, che non cede all’imposizione del price cap sul gas. Dopo la decisione di imporre un tetto al prezzo del gas, la Russia ha annunciato l’intenzione di dirottare le forniture del gas dall’Europa verso altre aree: Asia-Pacifico, Africa e America Latina.