Case green, i nuovi obblighi: modifiche, scadenze e regolamento

Nuovi obiettivo per tutta l’Europa: rendere gli immobili più sostenibili, attraverso modifiche alla classe energetica e attraverso intervento di modernizzazione. Quali obblighi scatteranno quindi per gli edifici pubblici e privati? Vediamo insieme cosa dovranno fare i proprietari per adeguarsi alle nuove misure approvate dal parlamento europeo e che diventano di conseguenza obbligatorie in tutti gli Stati membri. 

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La decisione dell’Unione Europa sul rinnovamento degli immobili – sia quelli pubblici che quelli privati – sta facendo molto discutere. Anche se la discussione nel parlamento europeo è ancora aperta, è chiaro che ci saranno degli obblighi da dover rispettare da parte dei proprietari degli edifici, per poter rendere più sostenibile l’intero parco immobiliare europeo.

Tra gli obiettivi che l’Unione Europea c’è quello del 2030: entro quell’anno tutti gli edifici dovranno essere in automatico nella classe energetica E, mentre entro il 2033 dovranno passare alla classe energetica D. Tutti gli interventi – dai pannelli solari, alla sostituzione delle caldaie – saranno realizzati per poter arrivare alle emissioni zero previste per il 2050.

Case green: cosa cambia?

In particolare, la scadenza più vicina è fissata per gli immobili di proprietà pubblica o gestione pubblica, che dovranno necessariamente arrivare ad emissioni zero entro il 2026. Verrà introdotto anche l’obbligo di montaggio di impianti per sfruttare l’energia solare – con diverse tappe che sono già state prefissate, come quella del 2032 per tutti gli edifici che hanno bisogno di essere sottoposti a ristrutturazioni importanti.

Stop anche alle caldaie a combustibili fossili: a partire dal 2024 termineranno gli incentivi UE. In generale, ogni stato dovrà decidere quali sanzioni applicare nel caso in cui l’adeguamento degli immobili non venga rispettato. Inoltre, verrà consentito di escludere il 22% del parco immobiliare dall’adeguamento alle classi energetiche già specificate in precedenza: alcune categorie (monumenti, case vacanze, edifici storici) sono state automaticamente escluse, ma spetterà ai governi di ciascuno stato UE capire come procedere.