Bonus casa: cosa cambia senza cessione dei crediti

Il governo dice stop alla cessione dei crediti relativi ai bonus edilizi. Così in tanti si domandano che cosa cambierà ora nel bonus casa: ecco una breve guida per comprendere che cosa cambierà.

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Stop alla cessione dei crediti: il governo ha deciso per questo colpo di frusta al Superbonus del 110% per chi ristruttura casa, una mossa entrata in vigore all’inizio di quest’anno. Basta quindi allo sconto in fattura e alla cessione dei crediti sui bonus fiscali.

Vietato quindi l’acquisto per gli enti locali dei crediti già in circolazione. La decisione del governo ha lo scopo di risolvere il problema dei crediti bloccati che sarebbero circa ben 110 miliardi di euro, ma anche perché la spesa del Superbonus si sta rivelando eccessiva per le casse dello Stato.

Ma sono subito insorte le proteste degli operatori di settore, l’Ance (l’associazione dei costruttori) in primis: il problema principale è che la manovra è stata imprevista e improvvisa, dicono. Ma lo stesso problema riguarda i cittadini, che hanno avviato i lavori e ora si trovano senza soldi.

Stop al Superbonus per la casa con la cessione dei crediti, che succede?

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Anaci, l’associazione degli amministratori dei condomini, si lamenta per la mossa del governo:

Tutto quello che si è iniziato non si può portare a termine: ci sono 90mila cantieri fermi e oltre 150mila lavoratori bloccati.

Per chi vuole avviare nuovi lavori alla casa resta solo la detrazione d’imposta ma per chiederlo è necessario un reddito di partenza abbastanza ingente.

Inoltre i condomini che hanno adottato la delibera assembleare sull’esecuzione dei lavori entro il 25 novembre scorso e hanno presentato la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (Cila) hanno ancora diritto al bonus, mentre per chi realizza delle villette si può chiedere lo sconto in fattura, ma solo se si ha presentato la Cila.

Lo stop alla cessione dei crediti anche per la riqualificazione energetica e la ristrutturazione di primo livello di parti comuni degli edifici condominiali, e anche per gli interventi di riduzione del rischio sismico. Tutto questo riguarda tutte quelle per che si possono realizzare con un importo dei lavori superiore ai 200mila euro: non ci sarà per loro alcun bonus.