Benzina, prezzi in aumento: cause e previsioni

Con la fine dello sconto sulle accise, dal 1° gennaio 2023 è tornato a salire il prezzo della benzina. Sia il self-service, che il servito hanno raggiunto livelli che non si toccavano da mesi: ma qual è il motivo dietro il continuo aumento del prezzo del carburante e, soprattutto, quali sono le tariffe attuali? 

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L’aumento del prezzo del carburante era stato anticipato dalla fine dello sconto sulle accise, che il governo Meloni ha deciso di non rinnovare. Questa scelta, ovviamente, ha portato ad un aumento a partire dal 1° gennaio 2023: secondo l’analisi di “Staffetta Quotidiana” il livello dei prezzi attuali del carburante ha raggiunto nuovamente le aliquote di marzo 2022.

Considerando il taglio dello sconto sulle accise e il rialzo dei listini a fine anno (+2 centesimi), in generale l’aumento dei prezzi è stato di 18,3 centesimi al litro su benzina e diesel e di 3,4 centesimi al litro sul GPL. Attualmente, i prezzi del carburante si attestano su queste cifre:

  • benzina self-service: 1,803 euro al litro
  • diesel: 1,865 al litro
  • benzina in modalità servito: 1,951 euro al litro
  • GPL: 0,791 euro al litro
  • metano: 2,394 euro al litro

Caro carburante: le cause

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L’aumento costante del costo del carburante non è legato solo al conflitto in Ucraina. Già a marzo 2022 c’era stato un considerevole rialzo legato all’oscillazione del prezzo del Brent, il petrolio che viene estratto nel Mare del Nord: salito il livello del prezzo del Brent, di conseguenza anche il carburante ne aveva risentito.

Ed era stato proprio in questo periodo che il governo Draghi aveva deciso di ridurre le accise su benzina, gasolio e GPL, inizialmente solo per un mese. La misura ovviamente era stata poi prorogata – nonostante lo sconto sia stato progressivamente ridotto – anche dal governo Meloni, che aveva fissato la data di “scadenza” dello sconto al 31 dicembre 2022: ecco perché, dal 1° gennaio, il prezzo della benzina è tornato a salire.

La disponibilità di fondi, insieme ad altre priorità che in questo momento sono al primo posto per il governo Meloni, ha portato al mancato rinnovo dello sconto sulle accise. In caso di futuri ulteriori rincari, non è detto però che non si debba intervenire nuovamente.