Assegno unico da restituire: 210 euro, decisione dell’Inps, motivazioni e modalità

A causa di un cavillo normativo, alcune famiglie che sono state destinatarie dell’assegno unico, dovranno restituirlo. È questo quanto si evince dal comunicato dall’Inps, che ha ufficializzato le modalità attraverso cui dovrà avvenire la “restituzione”. A quanto ammonta e, soprattutto, quali sono i motivi?

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Se avete ricevuto l’Assegno Unico nel 2022 potreste rientrare nella categoria di persone che devono restituirlo. Come mai? A causa di un errore nell’interpretazione dei requisiti di coloro che potevano accedere alla maggiorazione dell’assegno unico per ciascun figlio, anche gli appartenenti ad un nucleo familiare monoparentale hanno ottenuto il plus.

Il problema è che l’Inps aveva previsto che questa maggiorazione dell’assegno unico fosse destinata esclusivamente ai nuclei familiari in cui entrambi i genitori non percepiscono reddito. Quelli monoparentali, quindi, ne risultavano automaticamente esclusi.

Assegno Unico: cosa succede?

Stando a quanto riportato, nella circolare dell’Inps non erano stati esplicitati i requisiti e per questo le famiglie – indipendentemente dalla composizione del nucleo – hanno chiesto la maggiorazione, di circa 30 euro a figlio per chi ha un reddito Isee inferiore ai 15mila euro.

Se l’importo è stato concesso in mancanza di requisiti si dovrà procedere con la restituzione: è questo quanto emerge nelle ultime ore. Come funzionerà? Non verrà richiesto un rimborso “fisico” della quota ricevuta in più tra marzo e settembre (e quindi all’incirca di 210 euro), ma verrà effettuato un conguaglio in automatico sui prossimi assegni ricevuti.

La categoria maggiormente indiziata è quella dei genitori single: non rientrando nei destinatari della misura vedranno sicuramente ridimensionarsi il loro assegno unico.