Donna cieca recupera la vista: intervento senza precedenti in Italia

15/12/2022

Aveva perso la vista da cinque anni a causa di una grave malattia, ma grazie ad un primo intervento all’avanguardia in Italia è riuscita a recuperarla. Stiamo parlando di quanto avvenuto a Bologna, dove è stato effettuato il primo trapianto di cornea: un’operazione innovativa che non era mai stata fatta prima. 

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Una donna di 76 anni è riuscita a recuperare completamente la vista grazie ad un intervento innovativo e all’avanguardia che si è svolto all’Ospedale di Bologna. Si tratta di un’operazione che non era mai stata realizzata prima e che ha segnato un momento di svolta nel mondo della medicina, facendo riacquistare dieci decimi ad una persona che non vedeva più da circa cinque anni a causa di una malattia.

L’operazione è stata eseguita presso l’Irccs Policlinico Sant’Orsola di Bologna dal direttore dell’Oftalmologia con una nuova tecnica. Per la prima volta in assoluto, infatti, il ripristino della vista non è stato effettuato con il trapianto da un donatore – anche perché le due precedenti operazioni di questo tipo erano già fallite sulla stessa paziente – ma con una protesi costituita da un materiale simile alla plastica.

Bologna: intervento all’avanguardia per la vista

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Come riportato precedentemente, la donna era stata sottoposta ad un doppio trapianto con cellule endoteliali da parte di un donatore, ma questo intervento non era andato a buon fine. Quattro mesi fa, poi, l’operazione senza precedenti: una protesi endoteliale con un materiale polimerico, molto simile alla plastica.

A spiegare il grande passo in avanti fatto con questa nuova tipologia di intervento è stato proprio il direttore Luigi Fontana:

L’endotelio corneale è una membrana che svolge un compito fondamentale per il mantenimento della trasparenza della cornea e quindi per vedere correttamente. Per questo nei pazienti affetti da deficit del suo funzionamento, il trapianto da donatore fino ad oggi era l’unico intervento in grado di ristabilire la funzione visiva.

Grazie al nuovo materiale utilizzato, si garantisce un minor rischio di rigetto da parte del paziente e anche un minor grado di rigidità.